Festa della Repubblica Multietnica 2018
CONVERGENZA DELLE CULTURE e la RETE 21 marzo organizzano la nona edizione della FESTA DELLA REPUBBLICA MULTIETNICA.
Quest’anno la festa si terrà in via Roma dalle 15 alle 18 con laboratori per bimbi, canti e balli. L’Italia, Repubblica fondata sul lavoro, è multietnica e multiculturale.
È, e dovrebbe essere, di tutti gli esseri umani che la vivono, così come la sua Costituzione. Questo è per noi il significato della giornata del 2 giugno. Vogliamo mostrare, con un pomeriggio di allegria e condivisione, la ricchezza della diversità, che va vista come un’opportunità e una sfida, non come un pericolo o una sconfitta dell’“italianità”.
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Vogliamo rivendicare il “diritto di essere umani”, un diritto che non ha confini e non fa differenze di nessun tipo. È il diritto per i bambini nati e/o cresciuti in Italia di essere cittadini di questa Repubblica; è il diritto a essere solidali nei confronti di chi è fuggito da guerre e ingiustizie, senza dover correre il rischio di essere processati per favoreggiamento all’immigrazione clandestina visto che la Costituzione ci ricorda che la solidarietà è un dovere; è il diritto a vedere recuperati e riconosciuti i propri cari sepolti in quel grande cimitero che è diventato il Mar Mediterraneo; è il diritto a vivere in un mondo senza guerre.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Chiediamo a tutte e tutti di unirsi in questa giornata mettendo il meglio di sé, la bellezza della propria cultura con danze, canti e tradizioni, la gioia di vivere e stare insieme, la solidarietà che si crea quando una comunità è unita, perché abbiamo il diritto di essere umani. “Se oggi non siamo più in pace è perché abbiamo dimenticato di appartenere gli uni agli altri”.